venerdì 13 luglio 2007

CERVELLO: CRUCIALI 'CELLULE STELLA', EINSTEIN NE AVEVA DI PIU'

ROMA - Forse non è un caso che l'unica differenza tra il geniale cervello di Albert Einstein e quello di soggetti normali fosse la presenza di un numero più elevato di 'cellule stella' (astrociti), ma non di neuroni, in due aree cerebrali implicate nelle più alte funzioni cognitive.
Infatti, uno studio a firma italiana pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Neuroscience, mostra per la prima volta che gli astrociti, considerati finora semplici cellule 'accessorie', hanno un ruolo da 'coprotagonista' insieme ai neuroni nella trasmissione ed elaborazione delle informazioni nel cervello.
"Abbiamo trovato le prime solide prove del fatto che gli astrociti modulano l'attività dei collegamenti nervosi (sinapsi) facendone variare la forza", spiega Andrea Volterra, Direttore del Dipartimento di Biologia Cellulare e Morfologia dell'Università di Losanna, il coordinatore del lavoro svolto in collaborazione con le Università di Padova e Oslo. Proprio la forza relativa delle sinapsi, precisa Volterra, "controlla il passaggio e l'elaborazione cerebrale ed è alla base della memoria e delle più alte funzioni cognitive". Gli astrociti costituiscono il 90% delle cellule del cervello e il 50% della sua massa. Nonostante ciò, spiega Volterra, per oltre un secolo considerati la 'colla del cervello', ovvero elementi isolanti interposti tra i circuiti neuronali per ridurre la dispersione dei segnali d'informazione e aumentarne la precisione spazio-temporale, gli astrociti restavano la popolazione cerebrale più misteriosa. Adesso, usando moderni metodi di imaging, precisa, gli astrociti vengono riabilitati e si scopre tutta la loro importanza per il funzionamento del cervello.
"Focalizzando la nostra attenzione su un circuito che collega la corteccia cerebrale alla sede della memoria (l'ippocampo) e il cui malfunzionamento è responsabile dei primi sintomi di declino delle capacità cognitive nel morbo di Alzheimer - racconta Volterra - abbiamo potuto osservare che, durante la trasmissione sinaptica di tale circuito, gli astrociti circostanti 'rispondevano' e, cosa ancor più importante, abbiamo notato che perturbando i segnali generati negli astrociti, inducevamo delle modificazioni nell'attività sinaptica dei neuroni. In altre parole, i nostri dati suggeriscono per la prima volta l'esistenza di sinapsi 'astrociti-neuroni' a fianco delle sinapsi classiche tra neuroni".
Le "nostre scoperte - rileva Volterra - dimostrano quindi che nel cervello sono presenti nuovi circuiti di segnalazione tra neuroni ed astrociti, la cui esistenza aggiunge vari ordini di complessità alle capacità d'elaborazione del cervello, gettando le basi per una rivoluzione concettuale riguardo alla nostra comprensione del funzionamento cerebrale". In cerca del segreto del genio di Einstein, un'analisi anatomo-patologica pubblicata nel 1985 aveva mostrato che il suo cervello aveva un numero più elevato di astrociti, ma non di neuroni, ricorda Volterra, e forse sono proprio queste 'nuove stelle' il segreto del suo genio. Adesso, conclude lo scienziato, "studieremo le implicazioni della scoperta sulle funzioni della memoria e, di conseguenza, sulle disfunzioni cognitive in patologie come l'Alzheimer".