martedì 15 dicembre 2009

Franco Pavan, scribacchino del Gazzettino





















Un “coccodrillo” (di taglio "lacostiano") a ricordo di Franco Pa-van, affinché, tanto insipido e nullo e ta(p)pino, lasci traccia nella storia. Uno scribacchino nato per “Il gazzettino”: detto, per faccia e per la parlantina, Pavan “codice gallina”.
Si de-scrive qui dell’arroganza petulante e priapica del Pavan Franco che diffama Biancoenero, e viene segnalato all’Ordine dei Giornalisti del Veneto, ma quando gli si ricorda “Impara a leggere prima di scrivere”, si incaponisce e minaccia “Io ti denuncio. Te la faccio pagare”.

CON QUELLA BOCCA PUÒ DIRE CIÒ CHE VUOLE
“Con quella bocca può dire ciò che vuole”, proferiva Virna Lisi in un siparietto pubblicitario del Carosello di tanti anni fa e poi tut-ti a nanna. Una frase che ben si adatta a Franco Pavan, perché ha “la bocca all’altezza del buco del culo”, si potrebbe continua-re per gli adulti, citando Fabrizio de Andrè. “Io ti denuncio”, “Io te la faccio pagare”, mi strilla contro, giovedì 10 dicembre, ver-so le 11, durante il consueto giro a raccogliere “veline”, prima in Provincia –entrata principale, e poi in Comune – rampa per di-sabili, Franco Pavan, detto “faccia da gallina”, secondo la con-suetudine di antropomorfizzare le cose, tipo la “faccia”, che diventa, umanizzata della luna.
Per chi non lo avesse mai sentito nominare, Franco Pavan, che si auto-concupisce l’adone del pollarium, è uno scribacchino nato e con-formato per “Il Gazzettino”, a riprova dell'assio-ma "Dio li fa e poi li accoppia”. L’accoppiata (ma sarebbe il caso di considerarla ammucchiata considerati anche Frezzato e Fortunati) è col capo-cornista della “caponara” gazzettiana Donato chicchirichì Sinigaglia, ruolo al quale Franco coccodè Pavan, forte del suo Q.I. (62 su 69 del “codice”) aspira.

LA FEDERCACCIA ED IL CANE DA RIPORTO
La frase del denunciante Pavan viene strillata a risposta di “Im-para a leggere pri-ma di scrivere” che gli avevo rivolto poco prima: si riferisce all’articolo di diffamazione verso Biancoenero scrit-to dal Pavan in data 3 novembre, “Bellan minacciato su internet”. In quella nota il Pavan falsa completamente l’articolo parodistico sull’incursione degli “animalisti” a Federcaccia di Ro-vigo, pubblicato su Redazione Biancoenero in data 21 ottobre. Un articolo suddiviso in due parti: A - cronaca; B - parodia.
Nella sezione parodia, col presidio Arci Ridada ad Arci Caccia, ed il cineforum con “Il cacciatore” di Cimino, si svelava anche che sotto lo striscione incriminato (“L’unico cacciatore buono è quello morto”) la Digos ne aveva rinvenuto un altro dal tito-lo “L’unico assessore alla caccia buono è quello morto”, di cui si forniva inedita immagine. Da qui, per non saper leggere e capire né l’umorismo né la parodia, il Pavan descrive le “minacce” di Biancoenero all’assessore caccia. Da qui è stata inoltrata “retti-fica a norma di legge” al Gazzettino, e successiva segnalazione per diffamazione all’Ordine dei Giornalisti.
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Blitz animalista a Federcaccia di Rovigo

LA REDAZIONE A BECCHIME DI REGIME
Ma è probabile che l’articolo diffamante non sia mangime del sacco del Pavan, ma gli sia stato dettato dal capocornista Donato Sinigaglia, un altro che, per dirla con Anthony de Mello, è un pollo domestico che razzola rasoterra credendo di essere un’aquila nell’alto dei cieli. E si potrebbe continuare, nell’eser-cizio di antropomorfizzazione, ricordando il Pavan “né mosca né bixa né serpent” secondo Giacomo da Verona, per concludere che il cognome è forse più declinabile, ed ha la sua probabile origine, nel Tavan: un tavan che svolazza rasoterra, all’altezza di merde, pacciughi e pantegane.
Nell’immagine d’archivio (S-Correggioli), Franco Pavan e Donato Siniga-glia davanti all’autobotte dell’attività, parallela a quella di giornalisti, che hanno creato. E' da qui che deriva l'espressione "giornalisti di m...".
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